lunedì 19 marzo 2018

PLATONE e LA TEORIA DELLE IDEE

Platone

Platone fu uno dei massimi pensatori di tutti i tempi, a cui dobbiamo l'elaborazione di gran parte dei temi, dei concetti e del lessico della filosofia.
Nato da una delle più importanti famiglie di Atene, il giovane Platone era destinato all'impegno politico-amministrativo, un'ambizione che viene però soffocata dalla profonda delusione di fronte all'ingiustizia e alla corruzione che osserva nei vari governi succedutisi al potere della città:
  • prima il governo sanguinario dei Trenta tiranni (404-403 a.C.),affermatosi dopo la sconfitta di Atene e nella guerra del Peloponneso;
  • quindi la restaurata democrazia, che si macchia a sua volta di azioni ingiuste.
L'evento che più di altri concorre alla formulazione di un giudizio così duro è senza dubbio la condanna a morte di Socrate da parte del tribunale di Atene nel 399 a.C.
E' proprio la figura di Socrate a rappresentare per Platone una speranza e un modello, perché egli si è adoperato per un rinnovamento etico dell'uomo, improntato alla virtù e alla giustizia, ed è andato alla ricerca di 'definizioni' stabili, basi di un accordo universale.

Secondo Platone, la crisi sociale e politica del suo tempo è l'espressione di una crisi più profonda, che riguarda l'intera esistenza umana.
L'ingiustizia non è che il sintomo della scissione tra politica e saggezza.
Nella società dilagano sempre più le tendenze relativistiche e scettiche diffuse dai sofisti, secondo cui non esistono una verità o una morale assoluta e per i quali la forza delle argomentazioni risiede nella loro capacità di persuasione: i giovani vengono educati a utilizzare il potente strumento della parola, imparano a far valere il proprio punto di vista e i propri egoistici interessi, ma abbandonano la via della retta conoscenza, che sola  può condurre al riconoscimento di valori e principi universali, stabili e immutabili

Platone istituì l'Accademia. Il nome "Accademia" deriva dal luogo in cui la scuola fu fondata nel 387 a.C., ossia il parco dedicato all'eroe greco Accademo.
A partire dal 387 tutta l'attività intellettuale e umana di Platone si concentrò all'interno della sua scuola, la quale costituiva un centro di ricerca scientifica dai tratti molto originali, che non trova analogie in nessuna delle nostre istituzioni universitarie o liceali.
L'Accademia era un'associazione religiosa dedicata al culto delle Muse, ma soprattutto un importante luogo di studi, dotato di una biblioteca e di materiale didattico e scientifico, in cui si dedicavano alla ricerca tanti giovani aristocratici di Atene e dell'intero mondo greco, (tra cui Aristotele).
Si trattava di un grande istituto di educazione superiore, in cui Platone teneva le sue lezioni sviluppando un dibattito interno molto ampio e approfondito.
Tra gli obiettivi dell'Accademia dobbiamo sottolineare anche quello di istruire uomini capaci di orientare le scelte politiche.
L'istituzione ebbe una grande longevità, mantenendosi attiva per più di 900 anni, fino al 529 d.C., quando fu chiusa dall'imperatore Giustiniano.

Per Platone l'essenza della filosofia è rappresentata dal modello socratico, e non a caso la maggioranza delle sue opere ha forma dialogica.
Si tratta infatti della forma letteraria che meglio si presta a esprimere l'idea della verità come ricerca continua e interpersonale.
Come già per Socrate, anche per Platone l'indagine filosofica procede con lentezza e fatica, tappa dopo tappa: essa progredisce grazie agli sforzi solidali di tutti coloro che coltivano la filosofia, ma non giunge mai al possesso totale e definitivo della verità, quindi non esime gli uomini dal compito di interrogarsi incessantemente.
Solo attraverso un'interrogazione onesta e rigorosa si può acquisire la scienza.
Le caratteristiche essenziali dei dialoghi platonici sono:
  • gli interlocutori dei dialoghi sono, in genere, persone ben identificate, in numero definito e limitato.
  • la finalità dei dialoghi è la ricerca della verità perseguita con metodo e rigore razionale.
  • quanto alla procedura espositiva, i dialoghi, privilegiano i discorsi brevi.


IL MITO PLATONICO
Ha una duplice funzione:
  • innanzitutto serve per comunicare in modo più accessibile e intuitivo dottrine particolarmente difficili.
  • in secondo luogo viene utilizzato per alludere a realtà che vanno al di là dei limiti dell'indagine razionale, a cui l'autore crede fermamente, ma che non ha modo di dimostrare in modo rigoroso attraverso la ragione filosofica.

Il mito di Platone gioca sia un ruolo didattico sia una funzione squisitamente filosofica.
L'opera platonica, proprio per il suo ricorso al mito, può talora risultare difficile da interpretare, in quanto non sempre si riesce a individuare un confine netto tra i due "linguaggi", quello filosofico e quello appunto del mito. Tuttavia è proprio questo aspetto che ha reso il platonismo suggestivo e che ne ha agevolato la diffusione nel tempo. 


LA TEORIA DELLE IDEE: PLATONE


Platone inizia la sua ricerca proprio dal punto in cui era arrivato Socrate. 
Quest'ultimo aveva detto che l'anima diventa buona e virtuosa attraverso la conoscenza: se essa conosce ciò che è bene nelle varie circostanze, non può commettere il male.
Il filosofo riconosce che i sensi non consentono di pervenire a un'idea unica e oggettiva del bene.
Infatti, c'è chi ripone il bene nel piacere, chi nell'assenza di sofferenza, chi nella buona salute...
Il suo ragionamento è di questo tipo: quando affermiamo "Socrate è buono", "gli dei sono buoni", "l'acqua che beviamo è buona", noi attribuiamo uno stesso predicato, ''buono'', a differenti soggetti.
Perché tutte queste affermazioni abbiano una senso è necessario convenire che il predicato 'buono' esprime qualcosa di permanente, pur nel variare dei soggetti, e che ha una sua realtà al di fuori degli ambiti in cui è stato usato.
In altri termini possiamo dire che Socrate è buono e gli dei sono buoni in quanto esiste l'idea assoluta di Bontà.


Platone riconosce:
  • i limiti dell'esperienza sensibile che non consente una conoscenza sicura e affidabile.
  • la necessità, per la scienza, di trovare criteri di verità oggettivi e universali.
  • l'insufficienza delle cause materiali nella spiegazione dei fenomeni dell'universo.
pertanto, intraprende la ''seconda navigazione'', con la quale arriva ad ammettere che esistono le idee entità immutabili, intelligibili, incorporee e perfette.
Il quale sono poste mondo dell'iperuranio, a cui al vertice c'è l'idea del bene.
Il quale costituiscono:
  • i criteri di verità dei giudizi
  • la causa e la ragion d'essere delle cose

L'IDEA DI SOCRATE PARTECIPA AI 5 GENERI SOMMI

  1. ESSERE (Socrate è)
  2. IDENTICO (Socrate è identico a se stesso)
  3. DIVERSO (Socrate è altro da me o da te...)
  4. QUIETE (Socrate è fermo, visto in un determinato momento)
  5. MOVIMENTO (Socrate è in divenire, visto in prospettiva)