martedì 17 ottobre 2017

I PITAGORICI e Pitagora

  I PITAGORICI e Pitagora

Nel 499 a.C. il centro della vita culturale greca si spostò nelle colonie greche presenti in Italia Meridionale.

A Crotone,Pitagora, si stabilì e vi fondò la Fratellanza Pitagorica, una nuova scuola filosofica.
Molti caratteri di questa scuola fanno pensare ad una setta religiosa, infatti i discepoli si differenziavano in matematici e acusmatici (=ascoltatori).
Le dottrine principali dei pitagorici riguardano la
DOTTRINA DELL'ANIMA. essa professava che l' anima era concepita come un principio divino ed immortale rinchiuso nel corpo per una colpa originaria.
Questa dottrina venne poi ripresa dall'orfismo, cioè un movimento religioso sorto in Grecia nel VI secolo a.C: gli orfici. Essi sostenevano che, dopo la morte, l' anima fosse destinata a reincarnarsi fino all'espiazione delle proprie colpe. Però attraverso riti di purificazione e/o pratiche  era possibile interrompere il ciclo. Lo studio di Pitagora si concentra nella ricerca di mezzi per ricevere la liberazione dell'anima dalla vita materiale, di fatti la filosofia è intesa come una via per la salvezza che conduce all'ordine, ai numeri, alla proporzione e alla misura della (propria) vita.


LA DOTTRINA DEL NUMERO: secondo i Pitagorici la vera sostanza delle cose risiede nel numero, e non in elementi fisici e fenomeni naturali come altri filosofi precedentemente avevano pensato.




martedì 3 ottobre 2017

GLI IONICI

   GLI IONICI

La prima riflessione filosofica si sviluppa nella Ionia, intorno ai secoli VII- VI a.C., proprio per cercare una risposta alle domande riguardanti l'origine dell'universo.
Coloro che inaugurano questo nuovo stile di pensiero, furono Talete (considerato dalla tradizione uno dei sette saggi), Anassimandro e Anassimene, tutti e tre di Mileto, che a quel tempo era tra le più potenti e ricche città della Ionia.
Possiamo affermare con certezza che possedevano alcune fondamentali conoscenze di carattere tecnico-scientifico, ricevute dai sapienti della Media e della Babilonia.
Si tramanda che Talete abbia previsto con largo anticipio delle eclissi, e che Anassimandro abbia inventato la prima carta geografica, importato in Grecia, dall'Oriente, le conoscenze tecniche per costruire l'orologio solare.
Essi sono i primi agrimensori, geografi e tecnici dell'Occidente.

A loro va soprattutto il merito di essersi interrogati per primi sulla natura multiforme e mutevole del mondo, e di aver individuato una causa, un principio originario (in greco archè), da cui tutte le cose derivano.
L'archè rappresenta, sia la materia di cui sono fatte le cose, sia la forza che le ha generate, sia la legge divina ed eterna che le governa e le rende intelligibili all'uomo. 



  • TALETE: l'acqua come principio originario             Inizialmente la filosofia, era intesa come sapere astruso e inutile, doveva circolare presso le persone semplici e poco colte. Non abbiamo notizia che Talete abbia scritto delle opere, ma sul suo conto circolano vari annedoti, tramandati da filosofi posteriori. Talete pensavo che il principio primoridiale fosse l'acqua, sulla base dell'osservazione e del buon senso che mostrano come ogni cosa vivente sia intrisa di questa sostanza. Probabilmente l'esperienza originaria
    dell'acqua a cui Talete fa riferimento è quella del parto, dato che il neonato viene alla luce "rompendo le acque", che lo hanno accolto per nove mesi. Una descrizione verosimile di quello che Talete doveva immaginare dell'universo è la seguente: all'inizio esisteva solo il grande Oceano, da cui si è sviluppata la vita; successivamente si sono sviluppati la terra e i corpi celesti. L'acqua è l'elemento fondamentale, ossia il principio di tutte le cose, e tutte le cose vi faranno ritorno quando periranno.


  •  ANASSIMANDRO: l'apeiron come fondamento del reale
    Con Anassimandro la filosofia approfondisce la sua diversità dai miti cosmogonici.
    Egli, infatti, usò per primo il termine archè e individuò la sostanza primordiale, che è l'origine dell'universo, in un principio indeterminato detto apeiron, parola che significa appunto "senza confini", "sconfinato". 
    Anassimandro parla di "apeiron", perché ritiene che il principio da cui derivano tutte le cose non possa identificarsi con una di esse , ma debba essere una sostanza indistinta.
    Anassimandro si pone anche il problema del modo in cui le cose derivano dalla sostanza primordiale. Egli ritiene che si tratti di un processo di separazione e differenziazione governato da una legge necessaria , chiamata in modo tradizionale Dike . 
    Non c'è un Dio che proceda a separare le cose dal fondo unitario dell'apeiron, ma un movimento rotatorio, in virtù del quale caldo e freddo, secco e umido, e tutti gli altri contrari si sviluppano. Tramite questa operazione si generano infiniti mondi, destinati a dissolversi e a ricomporsi, secondo un ciclo che ha una durata eterna.
    La separazione, pur essendo alla base della vita, è allo stesso tempo fonte di infelicità, in quanto gli individui mantengono la nostalgia per il "tutto originario" da cui derivano.

  • ANASSIMENE: l'aria come principio delle cose 
    Anassimene identificava il principio primo con l'aria o "respiro", paragonando la vita dell'universo alla vita dell'uomo.
    Anassimene attribuisce al principio primo i caratteri dell'infinità  e del movimento incessante: l'aria è la forza che anima il mondo e il principio di ogni mutamento.
    La trasformazione e generazione delle cose è spiegata dal filosofo attraverso i processi di condensazione e
    rarefazione: quando infatti l'aria viene a
    rarefarsi diventa fuoco, quando si condensa diventa progressivamente vento, nuvola, acqua, terra e pietra.
    L'universo che si costituisce graze a questo processo è destinato a dissolversi nel principio originario per poi tornare a rigenerarsi da esso, in un ciclo di vita morte e rinascita destinato a durare in eterno.

L'ORIGINE DELLA FILOSOFIA

L'origine della filosofia


IL SIGNIFICATO DEL TERMINE: 

Il termine filosofia, di origine greca, significa letteralmente "amore per la sapienza". Aristotele ha affermato che tutti gli uomini tendono per natura alla coscienza poiche l'impulso a chiedersi il perchè di tutte le cose è tipico degli esseri umani.

Il filosofo, non posside la sapienza ma è costantemente alla ricerca di essa. Si tratta di una consapevolezza che permette di approfondire e chiarire gli aspetti fondamentali della vita. 
La riflessione filosofica si sviluppò nelle colonie greche della Ionia, in Asia Minore, in particolare nelle città di Mileto, Efeso, Colofone, Samo.
Si respirava un'atmosfera di libertà e di vivacità intellettuale, sconosciuta altrove.
In questo contesto stava emergendo una nuova classe di cittadini, ricchi e intraprendenti, che cercavano di mettere in discussione il predominio delle vecchie aristocrazie per affermare un sistema politico adeguato ai propri bisogni.
Di qui la rivendicazione di pari dignità e di eguali diritti politici per tutti, in particolare per i nuovi ceti sociali.
È questa la prima forma di democrazia; ossia una democrazia che si deve intendere più come richiesta di isonomia, cioè letteralmente di "uguaglianza di fronte alla legge" per tutti.



LE SCUOLE FILOSOFICHE:


Le scuole filosofiche, erano formate da gruppi di uomini, che conducevano una vita comune, in una forte solidarietà di pensiero e di azione.

In alcuni casi, queste comunità, avevano un'impronta di carattere religioso, come la scuola pitagorica. Il più delle volte, però, si trattava di comunità laiche, legate dal vincolo della ricerca.

Con ogni probabilità, le scuole filosofiche antiche, erano delle vere e proprie comunità di vita, in cui si dibattevano problemi teorici, si mettevano in comune difficoltà e dubbi, si condividevano scelte e soluzioni pratiche.



Possiamo classificare i principali filosofi, che operarono fra il VII e il V secolo a.C., in questo modo: 


  • Gli ionici, originari della città ionica di Mileto: Talete, Anassimandro e Anassimene;
  • I pitagorici, che fondarono una scuola a Crotone, da cui si diffusero in molte città greche dell'Italia meridionale: Pitagora e la comunità dei suoi allievi;
  • Gli eraclitei, che operarono nella città ionica di Efeso, Eraclito e i suoi discepoli;
  • Gli eleati, il cui esponente più importante Permenide, che fondò la scuola nella città di Elea, colonia greca situata a sud di Paestum in Campania;
  • I fisici pluralisti, rappresentati da tre grandi pensatori: Empedocle di Agrigento, Anassagora di Clazomene, e Democrito della città di Abdera, che visse nel V secolo a.C. e fu contemporaneo dei sofisti e di Socrate.