martedì 6 febbraio 2018

SOCRATE

Socrate



Socrate nacque ad Atene nel 469 a.C.
Egli non scrisse nulla e quindi non lasciò 
testimonianze di sé ma visse in un clima difficile in cui le classi conservatrici guardavano con ostilità i sofisti, l'insieme dei filosofi e anche la nuova classe politica formatasi alla luce delle loro dottrine.

Indipendentemente dall'aspetto esteriore, quest'uomo aveva un animo bello, nobile, coraggioso e forte.
Egli fu condannato a morte ad Atene durante un periodo di restauro della democrazia nella città.
La condanna avvenne perché il potere avvertiva, in un uomo popolare come lui, una grave minaccia.
Egli fu accusato di non onorare gli dei della sua città e di aver corrotto i giovani attraverso la retorica. Queste accuse  celavano appunto la forte preoccupazione del nuovo governo nei confronti di questo personaggio.

Da parte di strati molto ampi della popolazione, verso gli intellettuali, c'era un sentimento di rancore ed ostilità che considerava i filosofi responsabili dello stato di crisi della polis.

La condanna però fu eseguita dopo un mese e quel periodo di attesa, Socrate lo passò serenamente, conversando con gli altri e rifiutandosi di evadere.
Ma l'ultimo giorno, dopo essersi lavato per giungere puro all'ora decisiva, egli bevve la cicuta.

Socrate era l'uomo più saggio perché sapeva di non sapere. 
Egli insegnava a non accettare mai idee e giudizi senza prima essersi interrogati a fondo sul loro significato.
Socrate voleva dimostrare a coloro che si reputavano sapienti che non lo erano affatto, in quanto non conoscevano in profondità ciò di cui parlavano.

I
l suo metodo si componeva di due momenti fondamentali: l'ironia e la maieutica.

  • L'IRONIA
    Dialogando con i suoi interlocutori, Socrate li chiedeva di pronunciarsi su un particolare tema, dichiarando di no conoscere l'argomento in questione.
    poco per volta, infatti, si scopriva che anche l'interlocutore, non sapeva realmente che cose fosse ciò di cui stava parlando
  • LA MAIEUTICA                                                         Qui lo scopo era quello di far capire quanto fosse importante ricercare sempre ed incessantemente la verità.

Egli affermava di svolgere lo stesso lavoro della madre, che era una levatrice, con la differenza che egli faceva partorire le menti e non i bambini.

Socrate non poteva proporre nuove conoscenze. La sua missione consisteva nel mettere alla prova i giovani.
Il contesto educativo era quello del dialogo tra amici. Perché il dialogo conseguisse gli esiti desiderati era necessario che ci fosse fiducia reciproca e una comune aspirazione alla verità.


Socrate concepiva la sua missione ad un invito a ragionare.

Egli non intendeva l'istruzione come un trasferimento di concetti e nozioni dalla mente dell'insegnante a quella dell'alunno, bensì come uno strumento per aiutare a riflettere e trovare una soluzione personale ai problemi.


Socrate affermava che chi conosce il bene non può commettere il male.