martedì 3 ottobre 2017

GLI IONICI

   GLI IONICI

La prima riflessione filosofica si sviluppa nella Ionia, intorno ai secoli VII- VI a.C., proprio per cercare una risposta alle domande riguardanti l'origine dell'universo.
Coloro che inaugurano questo nuovo stile di pensiero, furono Talete (considerato dalla tradizione uno dei sette saggi), Anassimandro e Anassimene, tutti e tre di Mileto, che a quel tempo era tra le più potenti e ricche città della Ionia.
Possiamo affermare con certezza che possedevano alcune fondamentali conoscenze di carattere tecnico-scientifico, ricevute dai sapienti della Media e della Babilonia.
Si tramanda che Talete abbia previsto con largo anticipio delle eclissi, e che Anassimandro abbia inventato la prima carta geografica, importato in Grecia, dall'Oriente, le conoscenze tecniche per costruire l'orologio solare.
Essi sono i primi agrimensori, geografi e tecnici dell'Occidente.

A loro va soprattutto il merito di essersi interrogati per primi sulla natura multiforme e mutevole del mondo, e di aver individuato una causa, un principio originario (in greco archè), da cui tutte le cose derivano.
L'archè rappresenta, sia la materia di cui sono fatte le cose, sia la forza che le ha generate, sia la legge divina ed eterna che le governa e le rende intelligibili all'uomo. 



  • TALETE: l'acqua come principio originario             Inizialmente la filosofia, era intesa come sapere astruso e inutile, doveva circolare presso le persone semplici e poco colte. Non abbiamo notizia che Talete abbia scritto delle opere, ma sul suo conto circolano vari annedoti, tramandati da filosofi posteriori. Talete pensavo che il principio primoridiale fosse l'acqua, sulla base dell'osservazione e del buon senso che mostrano come ogni cosa vivente sia intrisa di questa sostanza. Probabilmente l'esperienza originaria
    dell'acqua a cui Talete fa riferimento è quella del parto, dato che il neonato viene alla luce "rompendo le acque", che lo hanno accolto per nove mesi. Una descrizione verosimile di quello che Talete doveva immaginare dell'universo è la seguente: all'inizio esisteva solo il grande Oceano, da cui si è sviluppata la vita; successivamente si sono sviluppati la terra e i corpi celesti. L'acqua è l'elemento fondamentale, ossia il principio di tutte le cose, e tutte le cose vi faranno ritorno quando periranno.


  •  ANASSIMANDRO: l'apeiron come fondamento del reale
    Con Anassimandro la filosofia approfondisce la sua diversità dai miti cosmogonici.
    Egli, infatti, usò per primo il termine archè e individuò la sostanza primordiale, che è l'origine dell'universo, in un principio indeterminato detto apeiron, parola che significa appunto "senza confini", "sconfinato". 
    Anassimandro parla di "apeiron", perché ritiene che il principio da cui derivano tutte le cose non possa identificarsi con una di esse , ma debba essere una sostanza indistinta.
    Anassimandro si pone anche il problema del modo in cui le cose derivano dalla sostanza primordiale. Egli ritiene che si tratti di un processo di separazione e differenziazione governato da una legge necessaria , chiamata in modo tradizionale Dike . 
    Non c'è un Dio che proceda a separare le cose dal fondo unitario dell'apeiron, ma un movimento rotatorio, in virtù del quale caldo e freddo, secco e umido, e tutti gli altri contrari si sviluppano. Tramite questa operazione si generano infiniti mondi, destinati a dissolversi e a ricomporsi, secondo un ciclo che ha una durata eterna.
    La separazione, pur essendo alla base della vita, è allo stesso tempo fonte di infelicità, in quanto gli individui mantengono la nostalgia per il "tutto originario" da cui derivano.

  • ANASSIMENE: l'aria come principio delle cose 
    Anassimene identificava il principio primo con l'aria o "respiro", paragonando la vita dell'universo alla vita dell'uomo.
    Anassimene attribuisce al principio primo i caratteri dell'infinità  e del movimento incessante: l'aria è la forza che anima il mondo e il principio di ogni mutamento.
    La trasformazione e generazione delle cose è spiegata dal filosofo attraverso i processi di condensazione e
    rarefazione: quando infatti l'aria viene a
    rarefarsi diventa fuoco, quando si condensa diventa progressivamente vento, nuvola, acqua, terra e pietra.
    L'universo che si costituisce graze a questo processo è destinato a dissolversi nel principio originario per poi tornare a rigenerarsi da esso, in un ciclo di vita morte e rinascita destinato a durare in eterno.

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